(Immagine presa da Media INAF) |
Nell'immagine soprastante si può anche notare che la cometa è composta da due parti: una parte più piccola e una più grossa, collegate entrambi da una parte centrale. <<L'unica cosa che sappiamo per certo al momento è che la regione del "collo" (la zona centrale) appare più brillante del resto del nucleo>> dice Holger Sierks del Max Planck Institute for Solar System Research, in Germania.
Anche se le immagini sono state scattate da una distanza di 5500 km e la risoluzione è piuttosto bassa, i primi dati ricordano un'altra cometa: la 103P/Hartley, la quale fu osservata nel 2010 dalla missione EPOXI della NASA. In poche parole, la cometa presentava una superficie ruvida: ma la parte centrale, contrariamente, si dimostrava più levigata. I ricercatori che questo sia dovuto ad un effetto gravitazionale: poiché al centro risiede il centro di massa dell'intera cometa, è molto probabile che una porzione di materiale che non riesce ad uscire dal campo gravitazionale della cometa si depositi in quella regione.
Un altra ipotesi che potrebbe spiegare la maggiore luminosità della regione centrale della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko consiste nella differenza di composizione. Nelle prossime settimane il team di OSIRIS analizzerà dei dati spettrali per ricercare indicazioni più precise riguardo i materiali che compongono la parte centrale della cometa. Inoltre, continueranno a lavorare sull'immagine tridimensionale della cometa per permettere di ottenere una forma più dettagliata del corpo celeste.
Fonte testi e immagini:Media INAF
Orione2000